Considerando l’attuale contesto macro, il successo arriderà a chi riuscirà a gestire al meglio la transizione del rischio dalle posizioni attuali a quelle future, nei mercati privati come in quelli pubblici. La sfida nei mercati è sempre il trasferimento della ricchezza nel tempo.

Il rischio di mercato è tornato prepotentemente d’attualità dopo essere stato a lungo sopito dalle politiche accomodanti delle banche centrali globali. Per questo continua ad avere senso riflettere sulle possibilità di gestione dei portafogli e dei fondi di investimento nei mercati privati in questo nuovo scenario economico. Questo anche al fine di gestire adeguatamente le aspettative per una asset class spesso semplicisticamente caratterizzata solo da prospettive di superiore redditività.

L’illiquidità come caratteristica

Senza l’elemento della liquidabilità, le possibilità di gestione dell’asset allocation del portafoglio di investimento nei mercati privati sono limitate e non rapide. Tuttavia, la narrativa spesso utilizzata dall’industria spiega come la rigidità strutturale, l’illiquidità degli investimenti nei mercati privati e la “lentezza” della loro valutazione, possano rappresentare un elemento che controbilancia l’emotività degli investitori causata dalla volatilità del mercato, mantenendo la barra a dritta verso il lungo termine.

Un articolo di qualche tempo fa, di un gestore di hedge fund molto noto, definiva questa condizione come una caratteristica e non un difetto e tuttavia ne evidenziava la razionale conseguenza che a essa potesse associarsi, in maniera controintuitiva, un premio per il rischio negativo rispetto ai mercati liquidi.

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