Oltre che per l’attesa di rendimenti di livelli superiori, la narrativa che riguarda i fondi di capitale privato (di private equity, ma anche di private equity real estate, infrastrutturali, private debt, etc.) è caratterizzata anche dal tema dei costi elevati.

In finanza comportamentale, il tema dei costi dell’investimento tocca due ambiti di bias comportamentale particolarmente sensibili. Ricordando l’incipit di questo contributo, le commissioni vengono percepite come un’erosione certa e dolorosa del proprio capitale. Questo perché entrano in gioco sia meccanismi di mental accounting, per cui semplificando i rischi si prendono più a cuor leggero sulle somme vinte, che condizionamenti di avversione alle perdite, per cui si stima che la reazione emotiva alle perdite sia significativamente maggiore (è stimata nell’ordine di 2,5 volte o più) rispetto a quella dei guadagni.

In questa sede, l’obiettivo non è di dare un giudizio di merito sul livello dei costi degli investimenti di capitale privato, ma di dare strumenti di comprensione per lasciare agli investitori la migliore chiave interpretativa possibile per valutare il trade-off tra costi e rendimenti attesi (rimandando ad altra occasione le considerazioni in merito alla correzione degli stessi per il rischio).

Il punto di vista delle analisi delle commissioni del private equity, intese come costo dell’investimento in questo contesto, è quello dell’investitore in fondi. L’analisi che segue illustra quindi la struttura commissionale dell’investimento diretto in un fondo di investimento di private equity – secondo la classica definizione di limited partnership, tipicamente ripresa anche nei prospetti dei fondi di investimento alternativi domestici e dell’Unione europea. Questo anche perché le forme di investimento ulteriori possibili, come l’indiretto in fondi di fondi o “parallelo” in co-investimento o club deal, ricalcano spesso (sia per forma che sostanza) la struttura commissionale originaria, nel primo caso sovrapponendosi e nel secondo caso sostituendosi a essa.
Vale la pena ricordare velocemente che i fondi di capitale privato hanno una struttura closed-end e che investono in una serie di partecipazioni azionarie (normalmente secondo meccanismi a chiamata di capitale) tipicamente nei primi cinque anni della loro vita (periodo di investimento) e, successivamente, liquidano, tipicamente nei successivi cinque anni della loro vita (periodo di disinvestimento).

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